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Una paura atavica e insuperabile attanaglia da sempre Julian Barnes, quella della propria estinzione. Nessun conforto può venire dalla fede, all'agnostico scrittore, che fin dalla prima riga confessa: «Non credo in Dio, però mi manca». Non resta dunque che unirsi alla fitta schiera di illustri tanatofobici che l'hanno preceduto - da Montaigne a Renard, da Rachmaninov a Larkin - provando a convincersi che nel grande «buco nero dell'abisso» non c'è niente, ma proprio niente, di cui avere paura. «Geniale e divertente... concepito con grande abilità... proustiano nell'impianto». Frank Kermode, «The New York Review of Books» «Un libro tagliente, nel senso che oltre a essere arguto fa male». «New Statesman»
Pubblicato da: EINAUDI
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